Perché le orme Ilario Sirigu
La paleoichnologia offre orizzonti conoscitivi assolutamente
preclusi alla paleontologia classica, queste differenze sono
dovute alle caratteristiche peculiari degli oggetti di cui queste
due scienze si occupano.
Infatti la paleontologia classica non studia altro che pezzetti
di cadaveri, quindi si occupa di organismi morti e solo con molte difficoltà
riesce a volte a definire spesso in modo vago aspetti della vita
di quegli organismi.
Al contrario la paleoichnologia studia dei fossili che hanno come
loro caratteristica eccezionale il fatto di essere prodotti dall'attività
diretta di un essere vivo. Le impronte infatti sono espressione
di un'attività svolta quotidianamente da qualsiasi animale, come
ad esempio il camminare: nessun cadavere può permettersi un
simile lusso. Non deve quindi sorprendere che lo studio
dell'impronte fossili abbia sradicato certe congetture ormai
passate alla classe delle certezze che avevano ormai messo radici
nella cultura scientifica e di massa. Fra tutti gli aspetti di
questa rivoluzione sicuramente il più evidente ed anche sconvolgente
è quello riguardante i dinosauri.
Considerati un tempo come animali inetti, soffocati dalla loro
enorme massa, asociali e privi anche di un solo barlume di intelligenza,
oggi grazie allo studio soprattutto dei grandi siti ad impronte
ed in parte a quelli di nidificazione hanno assunto un nuovo
aspetto agli occhi di chi li osserva con un po
d'attenzione. Grazie allo studio di siti americani è emersa per
esempio la gregarietà dei dinosauri; vari sono i luoghi, i più
famosi in Texas, dove sono state trovate piste testimonianti il
passaggio di branchi composti da decine di grandi Sauropodi, e
piste che documentano il passaggio di Iganodonti o Adrosauri che camminavano
in piccoli branchi. Ancora più diffusi sono i siti dove si
possono osservare le piste di vari dinosauri carnivori all'inseguimento
collettivo di dinosauri erbivori, chiara testimonianza di caccia
gregaria.
Il sito più spettacolare che conserva queste prove è quello di
Toro Toro in Bolivia, dove in una superficie larga più di duecento
metri, Padre Giuseppe Leonardi ha trovato le piste di un branco
di dieci sauropodi inseguiti da circa trenta dinosauri carnivori.
Grazie allo studio delle impronte è stato possibile dimostrare
che i dinosauri carnivori sapevano nuotare. Interessanti infine sono
i dati riguardanti le velocità rilevabili dalle piste grazie a
varie formule. Sembra che i dinosauri non andassero quasi mai a velocità
elevate anche se erano in grado di sostenerle. Le piste
testimoniano quasi sempre un'andatura al passo che difficilmente
superava i dieci chilometri all'ora. Probabilmente queste
velocità sempre basse derivano dal fatto che le piste furono
impresse su substrati melmosi dove gli animali affondavano i
piedi per vari centimetri, suoli assolutamente inadatti alle andature
veloci.