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Museo del Sigillo |
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Nel linguaggio corrente il termine "sigillo"
indica sia la matrice, cioè l'oggetto
(in pietra, metallo, legno od altro) che
reca inciso in negativo il simbolo da
riprodurre sia l'impronta, ovvero lo
stampo in positivo ottenuto applicando il
negativo su sostanza morbide (argilla, cer,
ceralacca) o tramite inchiostratura.
Attraverso l'esposizione di oltre
millecinquecentro esemplari originali, il
Museo del Sigillo della Spezia ha lo scopo
di tracciare lo sviluppo delle matrici e
delle impronte nella storia della
civiltà.
Ospitato nella Palazzina delle Arti "Lucio
Rosaia", costruzione neogotica che si
affaccia sull'antica via del Prione, il
Museo è nato nell'anno 2000 a seguito della
donazione, da parte deli coniugi Lilian ed
Euro Capellini, della più completa
collezione sfragistica che mai sia stata
riunita.
Il percorso espositivo, basato sulla
scansione cronologica e geografica si apre
con la presentazione deli numerosi reperti
provenienti dall'area compresa tra Anatolia
e Iran dove comparvero le prime matrici,
utilizzate come contrassegno, databili alla
fine del IV milennio avanti Cristo. Questi
antichissimi strumenti destinati alla
marchiatura permettono di introdurre il
visitatore all'uso delle matrici-amuleto
nell'Egitto faraonico e di giungere agli
anelli sigillari romani di età imperiale,
dai castoni in corniola o pasta vitrea
elaborati dall'antica glittica, affiancati
da esemplari di epoca medievale e
rinascimentale tra i quali spicca quello
appartenuto all'umanista forlivese Flavio
Biondo. Il periodo di maggior uso e
splendore del sigillo è senza dubbio quello
compreso tra i secoli XVIII e XIX. La
sezione della collezione Capellini dedicata
alle produzioni dal Settecento al periodo
Libery presenta esemplari in argento,
bronzo, avorio, tartaruga, pietre dure,
conchiglia, porcellana e i cosidetti
"sigilli preziosi", cioè libere elaborazioni
o applicazioni della funzione di matrice su
oggetti nati per altri usi (bastoni,
martelli, fiale di profumo,
cavatappi...).
Chiudono la visita alla prima sala le matici
dalle impugnature metalliche decorate da
figure allegoriche, da ritratti di
personaggi storici e accattivanti statuette
quasi tutte firmate dai grandi nomi della
bronzistica d'oltralpe tra i quali Joseph
Bosio detto "il Canova francese".
La seconda sala, intitolata a Lilina
Capellini, presenta i sigilli-gioiello in
oro e pietre preziose e soprattutto i pezzi
elaborati da Fabergé, l'orefice degli Zar.
Di particolare interesse storico sono la
piccolamatrice in forma di fungo realizzata
per il granduca Alexander Mikhailovich e un
sigillo donato dalla regina Vittorioa al
nipote Albert di Prussia.
Nel terzo ed ultimo ambiente è stata
allestita la ricchissima sezione di sigilli
provenienti dall'Oriente. L'arco di tempo
compreso tra il IV secolo a.C. e l'età
contemporanea è testimoniato dalle piccole
matrici arcaiche, in bronzo, avorio,
cristallo, argento, porcellana, corno e
pietra. Vanto della colezione sono i
sigili cinesi elaborati dai maggiori
calligrafi e pittori dei secoli XIX e XX e
l'esemplare in giada, già facente parte
della raccolta di proprietà della contessa
Bismarck. |
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