Al recupero dell'identità storica della città e alla sua valorizzazione devono essere rivolti i piani delle luci e del colore e quelli relativi all'arredo, intesi finora dall'Amministrazione come progetti piuttosto marginali rispetto a più vistosi interventi infrastrutturali o viabilistici. E'mancata, quindi, la promozione di forme di partecipazione che hanno potuto finora esprimersi solo come iniziativa dei cittadini, mediante i Comitati od il nostro Gruppo Tematico, anche se spesso costretti a suggerimenti o proposte "a posteriori".
Si è dimostrata, comunque, utile la discussione, da noi richiesta di un confronto preliminare alla approvazione dei progetti di ristrutturazione delle piazze quali fondamentali punti di aggregazione: motivata la richiesta di pedonalizzazione della Piazza Cavour, e, per Piazza Ginocchio, del ripristino del monumento a Felice Cavallotti, come anche le riserve espresse sulla sistemazione di Piazza Sant'Agostino e il confronto avviato dall'Amministrazione su altre piazze del centro: Garibaldi e Saint Bon (anche se tutto proposto finora più in funzione delle soluzioni viabilistiche che della godibilità ambientale) e su Piazza Brin.
Da Piazza Saint Bon, dall'esperienza di un impegno comune con il Comitato difesa della piazza è maturata nei partecipanti al Gruppo Tematico la convinzione e l'opportunità di porre con decisione all'Amministrazione la rivendicazione della "progettazione partecipata", richiesta condivisa anche dal Comitato di Piazza Saint Bon che l'ha formulata a sua volta nell'incontro con il Sindaco e da noi proposta ora più dettagliatamente con la allegata nota dell'ing. Marinaro (la riqualificazione di Piazza Saint Bon).
E' il caso di aggiungere che lo stesso metodo viene richiesto per la definizione delle soluzioni inerenti il trasporto pubblico e la pedonalizzazione di Piazza Cavour e per la sistemazione di Piazza Brin, ritenendo non appropriato un procedere "casuale" nel rifacimento dei marciapiedi della zona senza un preliminare progetto globale di arredo che deve partire dalle soluzioni da individuarsi, unitariamente per la piazza e le vie che vi fanno capo, nell'insieme (arredo, viabilità, portici e giardini, illuminazione, ecc). Anche i cortili, ristrutturati, vanno considerati nell'insieme, come spazi pedonali, fruibili.
Una ristrutturazione del centro sufficientemente articolata nei diversi agglomerati o luoghi caratteristici sui quali è cresciuta la vecchia Spezia, nel richiamo alla storia e alla formazione della città, dovrebbe valutare altresì come ricollegarsi ad essa nella sistemazione dell'area di Via De Nobili-Via Colombo: l'area del pittoresco laghetto della "Sprugola", emblematico della città.

Possiamo ritenere che quello che abbiamo tratteggiato nei nostri incontri e documenti sia il disegno di un "grande centro" che da un lato supera la frattura con la zona nord attraverso la riqualificazione di Piazza Brin, Piazza Saint Bon, Piazza Garibaldi mediante la valorizzazione degli assi di penetrazione longitudinali (Cavour, Prione) e di quelli trasversali (Bixio, Milano) in discesa dalla stazione e dall'altro salda la città al golfo attraverso una riprogettazione del fronte a mare e delle vie che dal centro storico penetrano alla Morin.
L'idea di un "grande centro" trova i favori di una vasta parte della città, quella del quartiere Umbertino e di piazza Saint Bon, che devono rinascere sia socialmente sia commercialmente attraverso interventi di pari dignità rispetto a quelli realizzati in questi ultimi anni nel centro storico. Sono in contraddizione con questa impostazione soluzioni improvvisate, fuori da una considerazione generale degli assetti del centro e delle tendenze da incentivare o meno nelle sue diverse parti e funzioni. Pare, perciò, fuori di ogni razionalità l'ipotesi dello spostamento del mercato del venerdì nell'area dei giardini, non solamente per l'insostenibiilità da un punto di vista ambientale, ma per l'ulteriore impoverimento delle funzioni commerciali nella parte nord della città. Sarebbe preferibile valutare, in sintonia con le proposte di riordino viabilistico e di pedonalizzazione, l'opportunità di una distribuzione più diffusa del mercato nel reticolo delle piazze o vie traverse del Viale (e della Piazza) Garibaldi e strade contermini verso la parte nord della città.
Un centro più dilatato risolve i problemi di traffico, crea interessi in altri luoghi della città, crea nuovi spazi urbani.
Un "grande centro" con due grandi porte: da un lato il golfo, dall'altro le 5 terre. E' auspicabile anche nella progettazione del porto una visione unitaria che non sia condizionata solo dal traffico dei contenitori, ma soprattutto dalle visuali porto-città e viceversa e dalla linea di costa, che rispetti un equilibrio con l'insieme del golfo e che l'immagine della città non ne risulti deturpata.
Il Secolo XIX, 7 dicembre 2001

L'incontro del 4 luglio su "emergenze di valore storico architettonico e progetti per il centro città" - oltre le possibili puntualizzazioni sugli argomenti richiamati - consente di presentare la serie di rilevamenti per la classificazione di edifici ed altre emergenze di valore storico-architettonico effettuati come iniziativa specifica all'interno del "gruppo tematico". E di indicare percorsi di valorizzazione delle zone del centro, riprendendo anche proposte già contenute nei nostri documenti precedenti, sul colore e l'illuminazione, tese al recupero dell'identità storica della città.

La Nazione, 10 luglio 2001
Il Secolo XIX, 6 luglio 2001