Il tema dell'interramento del traffico in Viale Italia, con prosecuzione dei giardini verso mare e ristrutturazione dell'intera superficie, si è imposto all‘attenzione della città, di esponenti politici o di categoria, di amministratori. La proposta diviene di più stringente attualità dopo la presentazione dei progetti dell'autorità portuale, e il confronto avviato su di essi dalle Amministrazioni locali. Tali progetti, infatti, per alcuni aspetti riguardano direttamente la linea del fronte a mare (calata Paita, passeggiata Morin e relativa infrastrutturazione).
Salutiamo con soddisfazione il consenso di esponenti della Regione al progetto su Viale Italia e la volontà manifestata dal Presidente Biasotti di partecipare al finanziamento. Insieme con il richiamo del Sindaco Pagano all'impegno contenuto nel suo programma elettorale, si tratta dei più autorevoli riconoscimenti della nostra iniziativa.
Il gruppo tematico conferma l'interesse per soluzioni progettuali di livello corrispondente all'importanza dell'opera, senza che ciò comporti oneri procedurali eccessivi e sia di ostacolo alla sollecita e concreta predisposizione dei relativi provvedimenti di ordine urbanistico e finanziario.
Resta, comunque, inderogabile la necessità di una programmazione coordinata delle diverse iniziative in via di realizzazione o ipotizzate sul fronte a mare (ristrutturazione "primo bacino", proposta di ampliamento passeggiata Morin, parcheggio interrato sotto il piazzale Fiorillo, destinazione specchi acquei, banchine, pontili ecc.). Indipendentemente dalla richiamata esigenza di una valutazione oculata delle procedure e dei relativi costi, va fatto valere, comunque, il metodo della progettazione partecipata. Su idee di massima da proporre subito (secondo il buon criterio di" battere il ferro finché è caldo!"), mediante apposite iniziative, convegni ecc.., è auspicabile l'avvio di un confronto che sappia far leva sulla partecipazione diffusa dei cittadini e sulle risorse di professionalità esistenti nella nostra comunità.
Il valore innovativo che acquista per la città il progetto del nuovo varco a mare, con il riuso del primo bacino portuale e le iniziative di servizio che vi saranno allocate, è indiscusso. Ma non attenua la significatività delle proposte di ristrutturazione e riorganizzazione di quella che deve consolidarsi come la più qualificante apertura verso mare per la città, con l'area dei giardini e la passeggiata Morin svincolate dalla barriera di superficie del Viale Italia. Anche l'ampliamento di quel tratto di passeggiata, interrando per 89 m. lo specchio acqueo di fronte alla Morin, secondo quanto ipotizza il piano portuale, deve essere valutato attentamente.

Non dimentichiamo che l'idea dell'interramento del traffico di Viale Italia aveva alla base il recupero dell'antica "piazza della marina" che si apriva davanti alle mura della città sino alla costruzione dell'Arsenale: un grande spazio libero in diretta connessione con la spiaggia attraverso il carugio dritto (via Prione) da porta della marina e, attraverso l'odierna via Da Passano, da porta Romana.
L'obiettivo era (e torna ad essere, data l'attualità del problema dopo la presentazione del PRP) il rapporto della città con il Golfo, per far vivere la città in un più stretto legame con il mare, sia per una migliore fruibilità di esso eliminando la barriera di viale Italia, sia per consentire una migliore penetrazione da e per il centro storico, nell'ottica di un rafforzato sviluppo turistico.
Non dimentichiamo che piazza della marina si apriva appena fuori delle mura ed il mare giungeva fino all'attuale via Don Minzoni. Con la piantumazione delle 100 palme di via Mazzini ed il primo interramento si arrivò all'attuale sistemazione con la passeggiata Morin e la conservazione del primo nucleo del porto alla foce del Lagora.
Gli alberi dei giardini, crescendo, hanno finito per ostacolare sia otticamente sia fisicamente la lettura di alcuni spazi urbani sino ad impedirne anche una corretta fruizione. Così i giardini fronte via Chiodo hanno cancellato piazza della marina ed oggi, oltre la barriera del Viale Italia, anch'essi finiscono per essere di ostacolo per arrivare al mare, in una sorta di barriera rafforzata ad arte dalla cancellata dell'area verde che chiude anche via da Passano.
Se si osservano i progetti dei giardini storici, in alcune vecchie piante della città, è interessante notare come essi si irradiano da un centro in asse con via Prione corrispondente all'antica rotonda di piazza della Marina e sono chiusi lateralmente dai portici di via Chiodo, dai portici di via Cadorna e da quelli di via Persio e davanti hanno il mare. Una grande piazza in cui il "pratone" diventava un ordinato giardino con un edificato perimetrale che si spingeva verso mare. (La nascita di corso Cavour spostò, poi, il disegno centrale dei giardini sull'allineamento della nuova via con il monumento a Garibaldi. Gli alberi di alto fusto del boschetto hanno chiuso completamente la visione del mare e dell'architettura laterale e hanno fatto perdere l'idea di piazza).
La proposta di ristrutturazione dell'intera superficie conseguente all"interramento del viale e, in un'ottica del tutto diversa, il riempimento a mare proposto dal PRP possono essere, quindi, l'oggetto di una grande sfida progettuale per arricchire di funzioni il fronte a mare in cui potrebbero trovare spazio anche nuovi elementi architettonici destinati alla cultura (arte, musica, etc), di grande valore simbolico per la città e un contenuto numero di attività legate al divertimento ed al ristoro.
Ma il prezzo da pagare non deve essere la perdita di un altro spazio acqueo, l'avvicinamento agli sporgenti portuali, da un lato, e all'interramento realizzato per il "Mirabello", dall'altro, lo stravolgimento dell'immagine simbolo della città, l'aumento dei percorsi per chi viene a piedi dal centro storico, gli alti costi e tempi di realizzazione.
Ispirandosi a quella lettura storica che ci ha guidato e che andremo di seguito ad utilizzare per il Lagora, potrebbe essere più qualificante, ed anche più realistico, intervenire su una maggiore integrazione degli attuali giardini cercando di far rinascere piazza della marina nella posizione in cui era.
L'interramento del traffico di viale Italia, anche settoriale, creerebbe quegli spazi necessari alle funzioni sopra citate; i percorsi pedonali non sarebbero allungati, ma solo favoriti e la passeggiata storica sarebbe conservata; non verrebbe alterato l'equilibrio naturale del luogo oltre il limite rappresentato dalla Morin.
Si può prendere in considerazione l'inserimento di nuove attività (bar, ristoranti, piccole attività commerciali, luoghi di incontro musicali in grado di alimentare rinnovati flussi turistici) direttamente sul mare, proponendo architetture di dimensioni tali che non ostacolino la gradevole visuale del golfo e dell'orizzonte marino.

Il progetto lanciato del gruppo tematico a febbraio 2001, ha proposto la ristrutturazione del viale Italia nella parte antistante la passeggiata Morin riguarda l'interramento della sede stradale nel tratto compreso fra via Malaspina e via XX Settembre.
La prima finalità della nostra proposta è quella di eliminare la barriera costituita dalla viabilità di superficie del viale, recuperando la sistemazione a verde del fronte a mare così come era nei primi anni dell'800

Viale Italia come dovrebbe diventare

 

Secondo la proposta che il gruppo tematico ha avanzato, la sede stradale, interrata di circa 8 m., potrà essere realizzata prevedendo in adiacenza parcheggi che sostituiscano quelli attuali di superficie.

La ristrutturazione non dovrà impedire un accesso, anche se contenuto, sul fronte mare in prossimità delle esistenti attività da diporto, per cui sarà individuato un parcheggio (potrà essere confermato l'esistente) ed una conseguente piccola viabilità, nel quadro di una generale riconsiderazione del fronte a mare.

Lo schema progettuale proposto per rappresentare "l'idea" della ristrutturazione di viale Italia è stato elaborato dall'arch. Andrea Massalongo, con i promotori del "gruppo tematico sui problemi del centro storico" arch. Alessandra Arrighi, Alfio Costi, Aldo Giacché, ing. Gianfranco Marinaro, arch. Carlo Paladini, Anna Valle, Andrea Vassallo e gli arch. Giuseppe Di Re e Giancarlo Ratti.

Le linee del progetto erano già state discusse e approvate anche da numerosi altri cittadini, tecnici e professionisti, partecipanti all'assemblea del 13 febbraio 2001 di cui, a suo tempo, è stata data notizia.


Viale Italia, prospetto con la sede stradale interrata

 

Viale Italia, pianta della zona con la sede stradale interrata

 

Dal programma elettorale del Sindaco Pagano

Il Secolo XIX, 15 novembre 2001

Il Secolo XIX, 2 novembre 2001

Il Secolo XIX, 1 novembre 2001

Il Secolo XIX, 11 novembre 2001

La proposta di ristrutturazione dell'intera superficie conseguente all"interramento del viale e, in un'ottica del tutto diversa, il riempimento a mare proposto dal PRP possono essere, quindi, l'oggetto di una grande sfida progettuale per arricchire di funzioni il fronte a mare in cui potrebbero trovare spazio anche nuovi elementi architettonici destinati alla cultura (arte, musica, etc), di grande valore simbolico per la città e un contenuto numero di attività legate al divertimento ed al ristoro.
Ma il prezzo da pagare non deve essere la perdita di un altro spazio acqueo, l'avvicinamento agli sporgenti portuali, da un lato, e all'interramento realizzato per il "Mirabello", dall'altro, lo stravolgimento dell'immagine simbolo della città, l'aumento dei percorsi per chi viene a piedi dal centro storico, gli alti costi e tempi di realizzazione.
Ispirandosi a quella lettura storica che ci ha guidato e che andremo di seguito ad utilizzare per il Lagora, potrebbe essere più qualificante, ed anche più realistico, intervenire su una maggiore integrazione degli attuali giardini cercando di far rinascere piazza della marina nella posizione in cui era.
L'interramento del traffico di viale Italia, anche settoriale, creerebbe quegli spazi necessari alle funzioni sopra citate; i percorsi pedonali non sarebbero allungati, ma solo favoriti e la passeggiata storica sarebbe conservata; non verrebbe alterato l'equilibrio naturale del luogo oltre il limite rappresentato dalla Morin.
Si può prendere in considerazione l'inserimento di nuove attività (bar, ristoranti, piccole attività commerciali, luoghi di incontro musicali in grado di alimentare rinnovati flussi turistici) direttamente sul mare, proponendo architetture di dimensioni tali che non ostacolino la gradevole visuale del golfo e dell'orizzonte marino.


Archivio articoli e documenti precedenti:
L'incontro, del 20 giugno, col Sindaco Giorgio Pagano ha rappresentato un contributo apprezzabile all'iniziativa del nostro "gruppo tematico", nella logica - riaffermata dal Sindaco - di un modello decisionale non plebiscitario, ma fondato sulla concertazione.
Qui si ritrovano le ragioni stesse del "gruppo" come struttura aperta, propositiva, non pregiudizialmente collocata, volta ad un un più ampio coinvolgimento dei cittadini nelle scelte, per una progettazione partecipata degli interventi della Civica Amministrazione.
Ciò presuppone il dialogo, che si ritiene utilmente avviato nell'incontro, e la concretizzazione, che passa per l'ulteriore sviluppo del confronto, anche in forma più stringente, sui singoli punti.
Si richiamano, a tal fine, alcune grandi questioni oggetto delle elaborazioni del comitato e dell'incontro:

Fronte a mare e problema Lagora
È significativo il consenso espresso dal Sindaco all'idea progettuale dell'interramento del Viale Italia, con prosecuzione dei giardini verso mare e ristrutturazione dell'intera superficie. Pare conveniente valutare con prudenza ipotesi di megasoluzioni, per non indebolire la sollecita e concreta individuazione dei relativi provvedimenti di ordine urbanistico e di possibili finanziamenti comunitari o impieghi di oneri di urbanizzazione di opere contigue, come il porticciolo turistico. Resta, comunque, inderogabile e urgente la necessità di una programmazione coordinata delle diverse iniziative in via di realizzazione o ipotizzate sul fronte mare e a mare (destinazione specchi acquei, banchine, pontili ecc.).
Altrettanto significativo è il consenso alla proposta di rinaturalizzazione del Lagora e l'interesse per quella di navigabilità, almeno del primo tratto del canale, che é proposta di forte rilievo culturale per il richiamo a valori importanti legati alla storia e alla formazione della struttura urbana della città: ciò esclude trasformazioni del sito non orientate alla ricostruzione della sua identità storica.
(a cura dell'ing. Marinaro)

Sino ai primi dell’ottocento la città della Spezia è racchiusa fra le mura costruite alla metà del trecento quando, con l’erezione a podesteria (1343) si avviava a diventare il centro più importante della riviera di Levante. Le mura subiscono modifiche nel seicento con un avanzamento verso il mare, dove ancora oggi possiamo vederne i resti in via Cavallotti. Sull’asse dell’attuale via Prione si apriva Porta della Marina. Nella tavola del Vinzoni del 1773 si nota, nel lato a mare, la presenza dei giardini che fronteggiano il lato ad est di via Prione e terminano in corrispondenza dell’attuale via Da Passano. Il passaggio verso il mare non aveva interruzioni. I poderi e i giardini non ostacolavano questo varco verso il mare. Il lato ad ovest di via Prione è invece uno spazio libero con pochi alberi, più avanti vi è la spiaggia.
L’ingresso alla città da est avveniva da Porta Romana , in corrispondenza dell’attuale piazza del Bastione. Tale strada penetrava in città attraverso piazza S. Agostino e in corrispondenza dei quattro canti (incrocio via Prione, via Sforza e via Magenta) si diramava; proseguendo in direzione ovest si usciva dalla città da Porta del Fosso sino al Convento di S. Francesco Grande (oggi rimasto all’interno dell’Arsenale, mentre svoltando su via Prione si usciva da Porta Genova imboccando la strada per il Bracco.
All’uscita di Porta Romana, quindi, la strada per la Toscana seguiva le pendici collinari e raggiungeva il mare in corrispondenza del promontorio dei Capuccini che veniva superato girando attorno ad esso sulla linea di costa (strada realizzata nel 1671/72 su delibera del Consiglio Comunale del 12/7/1671). Tale asse non seguiva l’attuale tracciato di viale Italia. L’unico asse che arriva alla spiaggia in corrispondenza del pontile era quello dell’attuale via Diaz, oltre alla citata uscita di Porta Romana.
Nel 1807, nel periodo napoleonico, il generale Morlaincourt propone la strada per Portovenere che segue la linea di costa e viene realizzata nel quinquennio successivo (inizio lavori 16/9/1808). Tale asse costituisce l’origine dell’attuale problema della frattura tra la città e il mare. Sulla spiaggia il nuovo asse intersecava l’attuale via Diaz in un incrocio detto La Rotonda costituita da frondosi platani disposti in cerchio.Con la costruzione dell’Arsenale la strada per Portovenere perde il suo carattere di strada panoramica diventando sino a Marola strada di circonvallazione dell’Arsenale.
Con l’abbattimento delle mura seicentesche, il fronte urbano si apre al mare.
Tale fronte diventa un’importante zona per spazi ad uso collettivo e di rappresentanza. Quello che era definito Pratone o il Prato nel lato ovest viene trasformato in giardini e passeggiata a mare. Nasceva quindi piazza della Marina che aveva il suo nucleo proprio nella citata Rotonda in asse con in caroggio diritto (via Prione).
Sulla piazza della Marina venivano organizzate manifestazioni varie.
Nel 1827, per la festa di S. Cipriano, l’area venne attrezzata con padiglioni, spazi per la vendita del bestiame, per giochi e danze.
Attorno a piazza della Marina vanno sorgendo sul lato sud occidentale (via Persio) palazzi con portici alcuni dei quali erano alberghi.
In tutto questo si legge chiaramente la volontà di una gravitazione della città verso il mare.

La Spezia 1/2/2001

Il Secolo XIX, 10 aprile 2001

Il Secolo XIX, 5 aprile 2001