La Spezia accoglie il suo mare: il porto canale nel Lagora

L’idea-progetto il porto canale nel Lagora, ormai divenuta, nelle linee generali, patrimonio comune della città, fin dall’origine è stata oggetto di evoluzione e modifiche, derivanti dal confronto con i cittadini. Attualmente è patrocinata dall’ Associazione culturale “Gruppo tematico Speziacentrostorico”, che se ne è fatta portavoce, giudicandola compatibile con la salvaguardia dell’ambiente e con la valorizzazione della vocazione turistica cittadina.
All’inizio del 2000, l’ing. Federico Biffignandi presentò all’Amministrazione comunale della Spezia una proposta preliminare, relativa ad un intervento di pulitura, risistemazione e rinaturazione del canale Lagora, da adibire nel tratto finale (da Piazza Chiodo all’inizio di Viale Italia) a porto-canale per barche di piccole dimensioni, con indubbi vantaggi, sia sotto il profilo ambientale, sia urbanistico (ristrutturazione funzionale di Piazza Chiodo), sia economico, sia di immagine complessiva della città.
Poiché la proposta incontrava un generico interesse da parte dell’ Amministrazione, - previa l’indispensabile ripulitura del canale, da effettuarsi, secondo gli amministratori, anche tramite pompaggio di acqua salata con pompe installate all’interno dell’Arsenale Militare – il quotidiano il Secolo XIX scelse di renderla pubblica, facendosi carico di un “referendum” tra i suoi lettori, con rilevante partecipazione degli spezzini.

In dettaglio, la proposta prevedeva:

1) Dragaggio del canale, nell'asta principale e nelle diramazioni
2) Risistemazione e/o rifacimento delle briglie in pietra esistenti
3) Intercettazione e deviazione in fognatura degli scarichi esistenti che sfociano nel canale Lagora

4) Opere di ingegneria naturalistica per la rinaturazione del canale
5) Opere di fitodepurazione
6) Realizzazione del porto-canale

Per una descrizione, pur sommaria, delle opere, vengono individuati i seguenti tratti del Canale Lagora:

1) asta principale, parallela a Viale Amendola: tratto compreso tra l'incrocio con Viale N. Fieschi e l'inizio di Viale Italia ("curvone" di Viale Amendola). Lunghezza m.884, largh.m.12;
2) asta principale, parallela a Viale Amendola: tratto compreso tra Piazzale Montegrappa (inizio di Viale N.Sauro) e l'incrocio con Viale N.Fieschi. Lunghezza m.578, larghezza m.12;
3) diramazione : tratto parallelo a Viale N.Fieschi. Lunghezza m.723, larghezza m.5;
4) diramazione: tratto parallelo a Viale N.Sauro. Lunghezza m.553, larghezza m.12.

Effetti attesi dalla rinaturazione del canale:
- favorire la crescita di una barriera continua di salici, o platani, o pioppi sulla sponda lato città del tratto 1), che separi il traffico automobilistico dalla zona verde ricreata sul canale, in particolare opponendo una barriera naturale alla diffusione degli insetti verso i palazzi retrostanti il viale;
- favorire la costituzione di ambienti paranaturali sull'intera asta;
- procedere alla risagomatura dell'alveo, al fine di ricavare tratti scoperti - esondabili in caso di piena – da piantumare con cannuccia di palude (phragmites australis) e altre essenze vegetali acquatiche, aventi funzione fitodepurativa degli inquinanti portati dalle acque. Le suddette opere, unite al dragaggio preventivo, non dovrebbero dare luogo in nessun caso a restringimento della sezione del canale, ma eventualmente ad allargamento, per l'opportuno contenimento del rischio idraulico.

Essendo prevalente, all’interno del Comune della Spezia, l’intenzione di procedere alla depurazione delle acque del Lagora tramite pompaggio di acqua salata, introdotta nel canale da pompe installate all’interno dell’Arsenale M.M. (il pompaggio provvedendo ad una depurazione iniziale e/o periodica delle acque), viene brevemente descritta di seguito la tecnica della fitodepurazione, che non si considera alternativa al pompaggio, ma complementare ad esso, come da analisi preliminare dello studio HYDRA (biologhe dott. Sabina Arioni e Gaia Di Rosa).

Il canale Lagora riceve attualmente un carico inquinante che non subisce trattamento depurativo, e determina di conseguenza un impatto ambientale negativo sul corpo idrico recettore. Al fine di recuperare e conservare la qualità delle acque, a tutela della salute pubblica, e nello stesso tempo ripristinare l'equilibrio idrologico del corpo recettore per il mantenimento del livello di naturalità delle biocenosi acquatiche presenti, può essere prevista anche la depurazione in loco degli scarichi fognari, tramite l'utilizzo di sistemi depurativi naturali quali i fitodepuratori.

I fiitodepuratori sono ecosistemi artificiali, in cui la rimozione delle sostanze inquinanti si compie in condizioni controllate attraverso processi chimico-fisici e biologici complessi (quali sedimentazione, precipitazione, adsorbimento, assimilazione da parte delle piante e attività microbica), del tutto identici a quelli presenti nelle zone umide naturali. La semplicità di realizzazione, i bassi costi di gestione e manutenzione, e soprattutto il gradevole inserimento nell'ambiente naturale, rendono questa tecnica particolarmente indicata per interventi di risanamento e rinaturazione ambientale. Al fine di programmare un corretto intervento di risanamento, è necessario valutare preventivamente lo stato di salute delle acque del canale, e le sue capacità autodepurative. Si ritiene pertanto utile predisporre un programma di monitoraggio dei parametri chimico-fisici più significativi, svolgendo contemporaneamente un controllo biologico basato sullo studio di organismi acquatici indicatori che presentano diversi livelli di sensibilità agli inquinanti (Metodo E.B.I. : Extended Biotic Index). Le analisi suddette richiedono di essere eseguite nel periodo primaverile e autunnale, per poter valutare le variazioni connesse all'andamento stagionale.
Lo studio preliminare del corso d'acqua (topografia, regime idrologico, natura e localizzazione degli scarichi) permetterà di dislocare i punti di campionamento, favorendo la successiva interpretazione dei dati biologici raccolti. Per il numero e la localizzazione delle stazioni di campionamento si dovrà tener conto essenzialmente dei tratti che possono determinare modificazioni della qualità delle acque (es. scarichi fognari), valutando la situazione a monte e a valle.
I risultati delle indagini preliminari consentiranno di programmare gli interventi di risanamento, individuando le zone dove poter inserire i sistemi depurativi, il numero e l'estensione degli stessi, nonché la soluzione impiantistica più appropriata per i singoli tratti.
Tra le varie tipologie fitodepurative, i sistemi con macrofite radicate a flusso superficiale e sub-superficiale potrebbero trovare idonea applicazione, compatibilmente con alcuni parametri significativi (portata idrica, capacità autodepurative del corpo idrico, superficie disponibile ai fini depurativi, tempo di ritenzione).
L'indagine preliminare sulla vegetazione acquatica presente in loco permetterà di indirizzare la scelta delle essenze acquatiche depurative verso le specie autoctone, già adattate a quelle particolari condizioni ambientali, e quindi favorite rispetto alle altre.

Il porto canale

Il tratto del Lagora compreso tra l'ingresso principale dell'Arsenale M.M. di Piazza Chiodo (circa 50 metri a valle dell'ingresso) e l'inizio di Viale Italia (120 m circa) - eventualmente estendibile, previ specifici accordi , al tratto pertinenziale al Circolo Ufficiali M.M. - si presta, per la collocazione, la navigabilità del canale (e l'elevata domanda di posti-barca da parte dei cittadini della Spezia) alla realizzazione di un piccolo porto-canale, in grado di ospitare non meno di 50 barche se limitato al tratto Piazza Chiodo - inizio Viale Italia, un numero superiore se esteso al tratto pertinenziale al Circolo Ufficiali.
A questo proposito si richiamano fotografie, appartenenti ai primi decenni del secolo passato (vedasi foto utilizzata come immagine dell'incontro odierno), che riportano barconi per trasporto pubblico di persone, attraccati al muro dell'Arsenale, o naviganti nel canale.

Questa era la capienza, in termini di posti barca, originariamente proposta.

Successivamente, con lettera al Secolo XIX (aprile 2001), l’ing.Biffignandi ampliava la portata iniziale del suo progetto, prevedendo l’estensione del porto-canale al tratto di Lagora compreso tra l’inizio di Viale Italia e l’incrocio con Viale Fieschi (poco meno di 900 metri), la rinaturazione del canale restando nel tratto a monte (fino all’incrocio con Viale Nazario Sauro) e nelle diramazioni laterali.
Lo scopo di questa estensione è di natura urbanistica, economica, ambientale, e soprattutto di immagine turistica della città. Portare il mare, attraverso il Lagora, fino all’incrocio con Viale Fieschi, significa estendere la sua presenza nel cuore della città, e rendere alla superficie marina una parte (quantunque limitata) di quegli spazi che le scelte di economia portuale si apprestano a sottrarle (interramento nel Levante). Significa consentire agli spezzini l’accesso al proprio mare partendo dal nucleo storico della città.
Il canale rinaturato, con funzione di oasi ecologica, e il porto-canale, simile a quello esistente a Viareggio, consentirebbero di rilanciare l’immagine turistica della Spezia, di risanare una situazione ambientale preoccupante nel cuore della città, e infine di produrre una ricaduta, in termini economici (derivante dalla presenza delle barche, dal movimento di persone ad esse collegato, dalla nascita di imprese commerciali e artigiane connesse con la nautica da diporto), a tutto beneficio dei residenti, degli operatori turistici, e dei commercianti del centro città.
Le barche (a vela e a motore da Piazza Chiodo verso mare, a motore nel tratto a monte), sono previste sulla sponda lato città, previ:
- demolizione del ponte metallico posto a valle della porta principale dell'Arsenale, e limitato adeguamento degli altri ponti;
- dragaggio del tratto di Lagora da adibire a porto-canale, al fine di liberarlo dai sedimenti e assicurare la profondità necessaria;
- costruzione di un marciapiede in sponda sinistra del Lagora, per la lunghezza del porto-canale, al fine di consentire l'accesso alle barche da parte degli utenti;
- riqualificazione del controviale (da Piazza Chiodo all’inizio di Viale Italia), con pavimentazione e sistemazione di panchine ed aiuole.

Il recupero ambientale del Lagora, e la trasformazione in porto-canale, comportano il cambiamento della funzione urbanistica di Piazza D.Chiodo, da trasformare in accesso della città al mare, anche, e soprattutto, nell’eventualità di adibire la piazza a parcheggio (sia di superficie che interrato).

Al fine di consentire l’accesso dei cittadini al porto-canale, e inoltre di avviare a soluzione l’annoso problema dei parcheggi in città, è già stata proposta la realizzazione di parcheggi:
a) Nell’ampia area, in cui sono attualmente dislocate le Associazioni d’Arma, compresa tra Viale Amendola, Viale Garibaldi, Via Colombo e Via Di Monale. La struttura esistente consente:
- la realizzazione di un parcheggio interno, alla quota del piano stradale, senza modifiche esterne di rilievo;
- la realizzazione di un parcheggio su due piani (piano stradale e piano rialzato);
- la realizzazione di un parcheggio su tre piani, di cui uno interrato, con modifiche significative alla struttura, che potrebbe ospitare, in questo caso, anche attività commerciali e ricreative.
b) In Piazza Chiodo, previ dislocazione degli autobus e spostamento del traffico di accesso a Via Chiodo nelle vie retrostanti la piazza.

L’adozione, parziale o completa, di queste scelte e delle loro possibili combinazioni consentirebbe di realizzare un numero di parcheggi certamente non inferiore a quello derivante dalla copertura del Lagora , e probabilmente superiore.

Federico Biffignandi
16 febbraio 2002