Voglio, in primo luogo, esprimere il mio apprezzamento per l’iniziativa assunta dal “Gruppo tematico” il cui obiettivo di offrire alla città uno spazio di dibattito e di approfondimento sul suo futuro è largamente condivisibile e condiviso.

Le relazioni introduttive del presidente, arch. Paladini, dell’ing. Marinaro e dell’arch. Ratti hanno offerto una serie di elementi di approfondimento e riflessione da cui non è opportuno sottrarsi.

Un primo tema che intendo sottolineare è costituito dall’invito alla partecipazione diffusa sulle scelte che devono essere compiute per il futuro della nostra città. Accetto la sollecitazione permettendomi però di sottolineare come la partecipazione debba essere finalizzata alle decisioni e non debba comunque costituire alibi dilatori in mancanza di unanimi consensi; troppi esempi nella nostra storia anche recente ci dimostrano che la scelta del rinvio non è pagante:
Il mondo corre e noi perdiamo opportunità di sviluppo impantanati in discussioni non finalizzate e non conclusive.

Altro elemento cui dobbiamo guardare con la necessaria razionalità è quello che ci porta a considerare bello e buono tutto ciò che è stato realizzato un secolo fa e nefasto tutto ciò che invece è maturato nell’ultimo dopoguerra. Giudicare con i criteri, i valori, le esigenze di oggi le realizzazioni volute da chi ha avuto responsabilità nel recente passato può indurre a recriminazioni non solo sull’insediamento di SNAM ed ENEL ma, paradossalmente anche sulla realizzazione dell’Arsenale e della base navale. Guardiamo avanti accettando l’esistente, tentando di migliorarlo, nella consapevolezza che occorrono risorse per lo sviluppo, per il miglioramento della qualità ambientale e per la rimozione di quanto decidiamo di eliminare.
Valga per tutti l’esempio dei silos cerealicoli di calata Paita che abbiamo demolito non con astratte declamazioni sul desiderabile ma con l’investimento da parte dell’Autorità portuale di importanti risorse.
E quello delle risorse mi pare essere un capitolo da cui urbanisti, architetti ed amministratori non possono prescindere: delle due l’una, o si creano condizioni di convenenienza e remunerazione di capitali privati o si utilizzano risorse pubbliche, che significano imposte o tasse ricavate dalle attività economiche che, alla fine, sono il vero motore di ogni processo di miglioramento e riqualificazione.

L’Autorità portuale ha in corso di approvazione un progetto di Piano regolatore Portuale che riguarda tutto il demanio marittimo del Golfo e su cui ha avuto l’intesa dei Comuni della Spezia e di Portovenere, che costituisce la più importante trasformazione urbanistica unitaria del dopoguerra. Investimenti importanti verranno destinati a cambiare il volto del fronte mare nei borghi della Costa dei pirati, del levante ma, soprattutto, della parte centrale.
Sull’ultimo numero del notiziario della Confcommercio si chiede con particolare determinazione l’affidamento dello studio di waterfront urbano all’architetto Bohigas che ha realizzato, con grande successo il rilancio di Barcellona.
Ebbene il prossimo 21 porteremo all’attenzione del Comitato portuale l’indizione di una gara internazionale ad inviti per un concorso di idee che veda la partecipazione di grandi nomi dell’architettura mondiale. Tale proposta non vuole essere un’esclusione od una mancanza di fiducia nei professionisti spezzini, fra cui ne esistono sicuramente di capaci alla bisogna, ma mira piuttosto a realizzare un’operazione di marketing territoriale da poter utilizzare come elemento di attrazione insieme alla rete museale del Lia, del Cozzani, del Navale, dei sigilli nonché alle bellezze paesaggistiche che ci sono vicine. A Barcellona ed a Berlino si vanno a vedere le architetture dei grandi contemporanei; mi piacerebbe che succedesse anche da noi.

In quest’ottica, dovendo costruire un edificio per i servizi sulla testata del Garibaldi, vorremmo che avesse caratteristiche architettoniche tali da rappresentare il nostro Golfo che secondo me ne è sprovvisto pur avendo emergenze importanti quali il Castello San Giorgio, la porta dell’Arsenale, le mura ottocentesche che, per inciso, fossi l’Amministrazione recupererei e valorizzerei; penso alla lanterna di Genova, alla torre del Marzocco di Livorno, all’auditorium di Sydney.

Il circolo virtuoso e che deve essere alimentato da un amore sincero per la città, muove dallo sviluppo economico che deve creare le risorse per migliorare la qualità urbana quale elemento indispensabile per la qualità della vita dei residenti e per la capacità attrattiva nei confronti dell’esterno. Il tema è “quale ruolo avrà La Spezia nel consesso nazionale, europeo e mediterraneo”.

Giorgio Bucchioni
16 febbraio 2002