Il "gruppo tematico" nasce dalla volontà di dare un contributo ai problemi della città nell'ottica del recupero dell'identità storica, della riqualificazione e innovazione urbana.
Il metodo che si ritiene valido dal punto di vista culturale è quello della progettazione partecipata; con questo atteggiamento s'intende sviluppare e far circolare idee, proposte, funzioni possibili che potranno, in seguito, diventare progetti.
Un tale approccio alle questioni della città rientra in un quadro di cultura riformista che crede fortemente nei processi creativi fondati sulla partecipazione; si ritiene questa strategia essenziale per superare chiusure corporative che possano manifestarsi in ambienti tecnici, tra gruppi privati e pubblici avendo come solo obiettivo la qualità dello spazio urbano.
Si deve valutare con chiarezza la misura del processo partecipativo, in quanto esso individua strategie, programmi e funzioni senza diventare, in senso stretto, progetto urbanistico-architettonico.
La fase del progetto urbanistico-architettonico riguarda i progettisti i quali dovranno saper interpretare la spinta creativa che viene dalla partecipazione.
Si può sostenere, in modo forse un po' utopico, che più la cultura della città si diffonde più il cittadino comune si avvicina ai linguaggi dell'architettura, alla sua capacità di essere rappresentativa di un'epoca dando forma e organizzazione all'ambiente fisico.
Le questioni che ci hanno interessato in quest'anno di lavoro riguardano l'identità storica della città in rapporto al suo potenziale d'innovazione: l'architettura della città come elemento di progresso nella formazione del territorio che favorisce migliori condizioni di vita e libertà culturali.
L'Amministrazione Comunale sta per concludere l'iter di approvazione del PUC, Piano Urbanistico Comunale, che é il supporto principale alle strategie di crescita della città in un quadro di compatibilità ambientale.
La novità piu' rilevante in questo senso è rappresentata dallo studio puntuale del piano paesistico e dalla assunzione dello stesso come elemento strutturante del PUC.
Un grande rilievo é stato dato alle emergenze architettoniche ed ambientali, alle mura urbane e al sistema delle fortificazioni.
La città ripensa se stessa in un contesto economico molto diverso dal passato, con un'ottica di contenuta espansione dove i segni nuovi sono rappresentati dai piani d'area e dai distretti di trasformazione; questi ultimi, che fanno parte anch'essi dello sviluppo edilizio caratterizzato dalla riqualificazione urbana, sono strumenti di grande flessibilità e consentono esiti urbanistici differenziati anche se in un quadro di compatibilità con la descrizione fondativa del piano.
Le strategie sopraddette si rendono possibili in applicazione della nuova e innovativa legge regionale n°36/1997: si passa da uno strumento di pianificazione comunale che regolava la totalità delle operazioni di trasformazione urbanistica, in base a criteri di conformità, ad uno strumento che seleziona gli aspetti strutturali della pianificazione differenziandoli rispetto alle scelte attuative e gestionali.
Questa scelta, dopo aver individuato,gli aspetti invarianti del piano strutturale, consente dopo una verifica di congruità e coerenza, nuove soluzioni, in relazione alle nuove situazioni che si determinassero sul piano economico e sociale.
Come é noto il PUC ha dilatato positivamente il Centro Storico ricomprendendo in esso il "quartiere umbertino" con la centrale piazza Brin; una scelta di grande rilievo, non solo per i valori storico-architettonici in esso presenti, ma anche per la quota di patrimonio pubblico ivi esistente che dovrà essere, anch'esso, oggetto di programmi di riqualificazione; tutto questo corrisponderà ad un rilancio economico ed ambientale della zona che per anni non è stata presa in considerazione.
Le strategie positive dell'Amministrazione Comunale per piazza Saint Bon, piazza Garibaldi, piazza Cavour vanno in questa direzione.
Per quanto riguarda il tessuto edilizio, é stato approvato dalla Regione Liguria un Piano Preliminare del C.S. con primo stralcio del POI (Programma Organico d'Intervento). Questi tessuti storici presentano problemi molto complessi sia sul piano del recupero sia dal punto di vista finanziario; oltre al singolo intervento privato sono auspicabili forme di società pubblico-privata che consentano di programmare in modo equilibrato la tipologia degli interventi in relazione alle questioni del recupero e al tipo di utenza finale.
Ogni situazione, pur nella specificità, presenta problematiche che sono comuni al tema della riqualificazione: presenza di valori storico-architettonici e ambientali, capacità di innovazione in rapporto ai linguaggi del passato, rapporto con il traffico; il dibattito, in alcuni di questi casi, non é stato sufficientemente approfondito determinando o predisponendo soluzioni ancora migliorabili.
Il gruppo tematico é intervenuto per Piazza Cavour proponendo una soluzione che tenesse conto della piazza come luogo urbano significativo di aggregazione e non luogo esclusivo della funzione commerciale; il compromesso raggiunto, accettabile dal punto d vista sociale, sul piano dell'architettura della città resta un'occasione perduta; per piazza Saint Bon e vie adiacenti si é lavorato per ottenere soluzioni condivise sui problemi della viabilità e del traffico elaborando proposte di riqualificazione dell'area nel suo insieme.
Il tema del nostro incontro riguarda "la città e il mare". La linea di costa è una soglia dinamica la cui ricchezza di funzioni non va sottovalutata: è necessario ridurre le contraddizioni che per anni hanno caratterizzato questo limite.
Un primo significativo passo avanti viene dal piano del porto che riorganizza, senza soluzione di continuità, l'area che va dalla Calata Paita al molo Enel.
E' necessario che alle aree occupate, circa 140000 mq., corrisponda una fascia di rispetto adeguata sia come quantità di area interessata sia come qualità sul piano dell'ambientazione e mitigazione dell'impatto. Soluzioni che sono state ventilate non sembrano corrispondere alla complessità del tema e alle esigenze ambientali.
Piu' in particolare si pensa che l'impatto riguardi sicuramente il rumore ed eventualmente le polveri e interessi meno l'impianto tecnologico e formale del porto che è entrato da tempo nella nostra memoria come paesaggio del golfo.
E' chiaro che la soluzione porto non può essere ottimale se tutta l'area del Levante non trova una soluzione che rispetti la presenza dei quartieri e riorganizzi in modo più razionale le diverse attività presenti e quelle che potranno essere insediate senza contrasto tra di loro.
Il tema che abbiamo sollevato con forza in quest'anno di lavoro riguarda, in particolare, il fronte mare della città e il recupero del canale Lagora.
Come si potrà notare, questo tema contiene la volontà sia di confermare l'identità storica della città, sia di evidenziare forti elementi d'innovazione che non contrastino con essa.
Il fronte mare è, per noi, l'area compresa tra via Diaz, sulla cui direttrice s'imposta la struttura del porticciolo turistico, e via San Cipriano; la proposta che emerge dal gruppo tematico è quella d'interrare alcuni tratti di traffico sia nella parte prospiciente la passeggiata Morin, sia nella parte riguardante calata Paita.
A questo proposito ci fa piacere constatare che questa idea trovi il consenso dell'Assessore regionale Gatti, dello stesso Presidente Biasotti e che sia stata inserita nel PTC provinciale.
I progetti dovranno prevedere: le modalità di attraversamento con l'utilizzo di brevi tratti interrati e la contenuta possibilità di accesso con parcheggi sul fronte mare; in particolare: il primo tratto che va da via Da Passano a via D'Azeglio, corrispondente alla Morin, potrebbe essere di circa 200 m.; il secondo tratto da via Crispi a via Piave, corrispondente alla calata Paita, di circa 150 m.
Questa strategia consente un'effettiva riappropriazione del fronte mare senza ostacoli, ripropone in chiave moderna l'identità storica della città favorendo scambi culturali e turistici da e per il centro storico.
Si è detto che un tema importante per la città come questo debba essere affrontato con un concorso internazionale affidato ad architetti di grande fama e che questo concorso prenderebbe le mosse dal piano d'area studiato per il PUC; a questo proposito si ritiene di precisare alcuni aspetti riguardanti il metodo e il merito.
Una prima considerazione riguarda gli aspetti cui si è accennato all'inizio: la questione della partecipazione della città e delle forze culturali e professionali in essa presenti.
Si ritiene, infatti, che l'idea del concorso internazionale sarebbe molto apprezzabile se la partecipazione fosse aperta a tutti facendone una manifestazione culturale di grande rilievo.
Nel merito, la prima considerazione è che restringere l'ambito del progetto al primo bacino sia limitativo rispetto al tema del rapporto della città col mare: l'area su cui intervenire unitariamente é quella che comprende il porticciolo turistico, la passeggiata Morin e il primo bacino.
L'ipotesi d'interramento del tratto di mare prospiciente la passeggiata Morin che viene proposto dal piano del porto non puo' esser accolta nella sua schematica semplicità; parrebbe che anche i proponenti l'abbiano avanzata in questa forma col presupposto di un successivo approfondimento progettuale.
Se si valuta che questo programma debba avere come punto di partenza l'ipotesi già definita del piano d'area del primo bacino, si seguirebbe una strada non condivisibile: in parte per le funzioni in esso previste, in quanto inadeguate a un sito così rappresentativo, e molto di più per la meccanica trasposizione dei linguaggi ottocenteschi sul fronte mare della città.
Il nostro paese ha un patrimonio di beni storico-architettonici di valenza mondiale e ne subisce spesso un forte condizionamento: il gruppo tematico nasce nell'ottica della riqualificazione urbana e del recupero dell'identità storica della città, ma ritiene altrettanto forte la spinta verso l'innovazione e quindi valuta come, in alcune occasioni e in contesti possibili, si debba avere il coraggio di guardare all'architettura moderna, ai linguaggi nuovi del nostro tempo.
A questo proposito si pensa che il grande nome dell'architettura potrebbe essere interpellato dopo aver espletato il concorso di idee aperto a tutti; con questo bagaglio di conoscenze si potrebbe aprire una seconda fase in presenza di un consulente di prestigio internazionale.
Per il gruppo tematico resta prioritaria la questione della partecipazione; trattandosi di un tema di notevole rilievo per il disegno della città futura e che ha riscosso grandi consensi e adesioni, si chiede che l'Amministrazione Comunale voglia aprire su questo un grande dibattito culturale di coinvolgimento della città.
Si diceva che il mare è una soglia dinamica, questo vale per il porto ma anche per il turismo che può trovare nel nostro golfo occasioni di sviluppo. Il fronte mare della città è un elemento strategico per la saldatura del turismo del golfo con il turismo museale.
La nostra città, riqualificata notevolmente in questi anni dal punto di vista fisico e anche per le funzioni museali in essa presenti, è luogo di smistamento di itinerari turistici di grande interesse: verso le 5 Terre, verso l'entroterra ligure e toscano e nello stesso golfo.
Grandi temi sono stati delineati nel PUC e vanno affrontati con concretezza: il recupero delle mura della città e il sistema delle fortificazioni. Per le mura della città è necessario un progetto che inventi funzioni con esse compatibili e che ne favorisca la fruibilità da parte degli spezzini e dei turisti.
Per le fortificazioni la questione si presenta un po' più complessa a fronte del programma di vendita in corso; probabilmente l'aspetto più delicato, in una strategia di recupero, è quello del vincolo della Soprintendenza per alcune di esse; con molto realismo e senso della misura, è necessario favorire gli interventi di riuso in un'ottica che non può essere di mera conservazione, ma consenta la compresenza di diversi linguaggi. Il sistema delle fortificazioni ha un potenziale turistico e culturale notevolissimo, sarebbe opportuno costruire le condizioni per favorire questo recupero; anche nel PUC dovrebbero essere previste strategie operative meno vincolistiche.
Altra questione di grande significato culturale ed urbano, su cui altri interverranno nel merito, riguarda la riqualificazione del canale Lagora e la sua navigabilità almeno fino alla porta principale dell'Arsenale e la rinaturalizzazione fino a viale Garibaldi (come prevede uno studio dell'ing. Biffignandi), in tal modo la soglia dinamica entra in città favorendo gli scambi culturali e il turismo (si pensi al fatto che il Museo Navale potrebbe essere raggiunto direttamente dal mare). Inoltre tale riqualificazione tiene conto dell'identità storica della città mantenendo il valore delle mura ottocentesche verso l'Arsenale e il viale alberato verso la città.
Sono state fatte proposte riguardanti la viabilità e i parcheggi che stravolgono questo contesto storico-ambientale e che sono assolutamente inaccettabili dal punto di vista urbanistico e culturale. Se vogliamo elevare la qualità ambientale della nostra città, insieme al programma di opere che ne miglioreranno l'immagine, dobbiamo sforzarci di contenere l'uso dell'auto e contemporaneamente individuare modalità di razionalizzazione del traffico.
In proposito, si ritiene di poter prevedere parcheggi a corona in adiacenza a viale Amendola, in via XV Giugno col recupero di aree militari, in viale Garibaldi nell'attuale sede delle Associazioni d'Arma, in piazza Chiodo con parcheggio interrato e nell'area del porticciolo turistico.
Il tema della riqualificazione urbana, una rinnovata attenzione alle questioni della cultura e dell'innovazione unitamente ad una diffusa strategia d'impresa favorita da procedure burocratiche piu' snelle, sono la prospettiva per i prossimi anni, dipende anche da tutti noi renderla concreta; l'associazione "Gruppo Tematico SpeziaCentroStorico" si é mossa e si muove in questo senso.
Carlo Paladini
(16 febbraio 2002)
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